martedì 6 marzo 2012

great ocean road


quando cri mi ha detto di fare un blog sugli animali l'ho presa a ridere, ma alla fine sta venendo fuori che praticamente ogni giorno c'è un simpatico animaletto di cui parlare... ma andiamo in ordine cronologico.
ultimo giorno nello stato del victoria, gita alla great ocean road. 
la great ocean road è una strada panoramica costruita subito dopo la prima guerra mondiale dagli stessi soldati che la combatterono: durante il periodo della depressione economica, per risolvere il problema della disoccupazione, il governo australiano decise di finanziare i lavori per la costruzione di una strada che collegasse melbourne e geelong (un'altra città abbastanza grande vicino a melbourne) ai piccoli paesini costieri, che fino ad allora erano collegati solo via mare (in un tratto di mare decisamente pericoloso).  (venne fuori che la costruzione della strada fu quasi più stremante della guerra e tantissimi soldati/lavoratori morirono nella sua costruzione, ma questo è solo un dettaglio)
partenza all'alba, ma tanto ormai siamo due nonni in quanto ad orario di sveglia e nanna, quindi non ci crea un gran problema. raccogliamo tutti i partecipanti alla gita, 23 in tutto (tra cui due cagliaritani oltre noi due!!! quali sono le possibilità di una coincidenza del genere???) e usciamo dalla città. l'autista, troppo togo, ci spiega tutte le cose che vediamo e vedremo. 

prima tappa bells beach, prima spiaggia della surf coast. "gentle, rolling waves" ha detto, il posto ideale per iniziare a fare surf... sicuramente non per me! bella spiaggia comunque, e per renderla ancora più suggestiva, un gruppetto di surfisti aspetta le onde sdraiati sulle loro tavole, e ne prendono anche qualcuna.
dietro la spiaggia, comodamente sdraiati nei campi sotto il sole tiepido del primo mattino, ci sono i nostri primi canguri selvaggi! un bel gruppetto per di più! alcuni sono fuggiti quando ci siamo avvicinati per fare le foto, altri, invece, sono rimasti li a smangiucchiare, e uno ha iniziato a grattarsi con foga, con movimenti molto simili a quelli che facciamo noi, quando siamo colpiti da scraffingiu improvviso. siamo tutti animali d'altronde (però noi non saltiamo così in alto e se vogliamo il marsupio lo dobbiamo comprare, sigh).
abbiamo fatto in tutto una decina di soste, vedendo spettacoli mozzafiato, spiagge sconfinate, surfisti di ogni età, una foresta pluviale e chi più ne ha più ne metta, non è possibile descrivere tutto... neanche le foto rendono veramente l'idea della maestosità dei posti che abbiamo visitato, ma provo a darvi un assaggino dei posti più particolari.
la foresta pluviale assomiglia alle foreste che si vedono nei film e telefilm ambientati nelle zone selvagge, con alberi enormi, vegetazione fittissima e tanta tanta umidità, l'unica differenza è che si trattava di una foresta pluviale dal clima temperato fresco, e non tropicale. n.b.: credo che chi ha dato la definizione di "fresco" provenisse dalla groenlandia, perché io l'avrei definito in maniera un po più decisa.

i dodici apostoli sono enormi colonne di roccia (simili a le colonne di carloforte ma millemila volte più grandi) che emergono dall'oceano di fronte a scogliere imponenti, formatesi con l'erosione causata da venti, onde e piogge che durante i millenni hanno modellato queste coste.


il london bridge è un enorme arco di roccia di fronte alle scogliere, si chiama così perché un tempo era collegato alla terraferma da un altro arco, prendendo proprio la forma del london bridge. nel 1990, però, questo arco di mezzo è collassato su se stesso, lasciando il secondo arco isolato. fortunatamente nel momento in cui l'arco è crollato non stava passando nessuno, ma c'erano due persone nel secondo arco, che sono rimaste isolate li. l'arco infatti è di una grandezza incredibile e non avrebbero mai potuto buttarsi in acqua per tornare a nuoto sulla terraferma, né, logicamente, saltare da una sponda all'altra. quando da melbourne arrivarono i giornalisti per fare un servizio sul crollo (sarebbe stata appropriatissima la canzoncina "london bridge is falling down"), si resero conto della presenza dei due sfortunati sul secondo arco. da gran bastardi (scusate, ma ci vuole) gli proposero di trasportarli sulla terraferma in cambio di una intervista esclusiva... ironia della sorte: i due erano amanti, in fuga insieme di nascosto dai loro rispettivi compagni. non riesco ad immaginare una sfiga più grande!

dulcis in fundo (anche se nella nostra gita questa tappa è avvenuta prima di altre già descritte) i magnifici, tenerosi, coccolosi, pelosi e puzzosi koala! si vedono ad un tiro di schioppo (più lontani dei pinguini, ma solo perché stanno sugli alberi), sono un sacco, lenti e sonnacchiosi... dormono tra le 18 e le 20 ore al giorno, perché usano tutte le loro energie per digerire le foglie di eucalipto altamente tossiche di cui si cibano (come ha suggerito il nostro autista: "non possono semplicemente mangiare qualcosa di diverso???!?!?!?"). il loro culetto ciccioso è un ottimo appoggio per stare seduti così a lungo sui rami degli alberi, ma anche una bellissima attrazione per i turisti curiosi come noi, che non abbiamo fatto altro che fotografarlo!

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